Robotica Educativa: strumento di apprendimento e creatività
Competenze per la vita…
Da tempo si parla degli evidenti benefici derivanti dall’apprendimento di materie scientifiche con dimostrazioni pratiche attraverso un robot: non solo attraverso la “solita” teoria da seguire in modo meccanico per la risoluzione di problemi, ma attraverso risultati tangibili e soddisfacenti nella forma di un vero e proprio robot che esegue le istruzioni ricevute.
Una delle prime pubblicazioni sul tema, risale al 2007, di B. Caci, A. D’Amico e M. Cardaci, relativa a uno studio del Dipartimento di Psicologia dell’Università degli Studi di Palermo che si focalizzava sui vantaggi della robotica applicata all’apprendimento.
Oggi, con la crescita di interesse verso l’intelligenza artificiale e la robotica nelle varie attività quotidiane, si rende sempre più necessaria la conoscenza dei funzionamenti che ne sono alla base, sin dai primi anni di vita.
La Robotica Educativa è importante nel percorso di apprendimento di ciascun bambino o ragazzo. Giocare e imparare a programmare un robot significa infatti sviluppare quelle competenze e abilità utili all’utente non solo dal punto di vista tecnologico – matematico ma anche da quello della risoluzione dei problemi, della creatività, del lavoro di gruppo. Si tratta di un processo che permette ai giovani di plasmare il proprio futuro e costruire un nuovo approccio alla vita.
Costruire e programmare un piccolo robot implica, per i giovani, fare ipotesi e trovare soluzioni, collaudare, valutare e documentare nell’ambito di un ambiente di apprendimento “autocorrettivo” reale e non virtuale, nel quale il bambino padroneggia e controlla.
Si attiva autonomamente la capacità di problem solving, fondamento dell’apprendimento efficace e dello sviluppo di una mente creativa e capace di ragionamento logico come modalità di approccio ai problemi non solo in ambito scolastico ma come “life skills” auspicata.
L’apprendimento attivo esula da “cattedre, banchi, noia” per calarsi nell’essere, nel fare e nell’usare. Il risultato, comprovato dalle ricerche, è che i bambini “imparano ad imparare”. Il robot diviene uno “strumento fisico” per la verifica sperimentale di concetti.
Il robot è mezzo e non fine, in questo senso si esplica il suo ruolo di facilitatore dell’integrazione degli alunni con bisogni educative speciali.
La robotica educativa attiva o riattiva le potenzialità dei bambini, stimola la curiosità e la voglia di rimettersi in gioco, uscire dai margini e sentirsi al centro.
I bambini sono naturalmente predisposti alla scoperta, all’esplorazione e alla sperimentazione, e attraverso la creatività, l’immaginazione e la curiosità vengono avviati al pensiero computazionale, a quel processo logico mentale che risolve i problemi, seguendo metodi e ricorrendo a strumenti specifici.
Lo strumento della robotica educativa è rappresentato dal “coding”, ovvero la programmazione informatica: i ragazzi riescono a realizzare un vero e proprio automa assemblandolo in tutte le sue parti attraverso un kit ad hoc, e ad istruirlo attraverso la sempre più impiegata programmazione a blocchi.
Nello specifico, per programmazione a blocchi si intende un linguaggio di programmazione di tipo visuale, dove ad ogni comando corrisponde una rappresentazione grafica sotto forma di blocchi.
Questo sistema di programmazione è adatto agli utenti meno esperti, che solo spostando dei mattoncini sullo schermo del computer – o del tablet – riescono a programmare un robot senza scrivere vere e proprie righe di codice.
I vantaggi didattico- educativi sono innumerevoli:
- genera stupore e interesse;
- sollecita un transfert emotivo per cui i robot vengono considerati “esseri bisognosi di cura”;
- stimola e mantiene l’attenzione;
- offre la possibilità di attuare strategie come peer-education e cooperative-learning;
- favorisce l’apprendimento e la generalizzazione delle competenze.
Laboratori di coding e robotica cosa offrono? Competenze per la vita…
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